Differenza tra idrante e naspo
Gli idranti sono sistemi di erogazione dell’acqua aventi il fine ultimo di spegnere o sedare un incendio. Gli idranti, infatti, possiedono una tubazione, diciamo così, malleabile di diversi diametri, una lancia per l’erogazione e frazionamento del getto d’acqua e una cassetta dove riporli quando non vengono utilizzati.
Invece i naspi antincendio sono dei particolari idranti, con caratteristiche determinate e con norme di riferimento ben precise. Essi sono prodotti con tubi semirigidi montati su una bobina già collegata sia alla rete dell’acqua che alla lancia di erogazione. Sono collocati all’interno di una cassetta antincendio, installata nel muro o appesa alla parete, con un’anta apribile e una bobina che permette di srotolare agevolemente tutta la tubazione.
Come si può intuire, i naspi antincendio sono più agili e più semplici da adoperare rispetto alle manichette degli idranti, essi possono essere stesi per una certa distanza utile allo scopo e non totalmente, ma possiedono una portata idrica non ai livelli di un naspo.
Naspi antincendio: la normativa
I naspi sono generalmente collocati negli edifici della funzione pubblica, come le scuole, università, ospedali oppure in strutture private come alberghi, case di riposo, uffici, attività commerciali, fabbriche o magazzini. Solitamente vengono collocati nelle strette vicinanze delle uscite di sicurezza, sui pianerottoli o nei pressi delle vie d’uscita. Il fattore più importante è che la loro ubicazione sia facilmente accessibile, oltre che ben segnalata.
La normativa di riferimento per i naspi è la UNI EN 671-1. Essi devono possedere obbligatoriamente la marcatura CE, in base alla direttiva CEE 89/106, per le disposizioni legislative, regolamentari e amministrative degli Stati Membri dell’Unione Europea concernenti i prodotti da costruzione. Inoltre, vanno controllati e manutentati non meno di due volte l’anno: questo periodo di tempo è determinato in funzione delle condizioni ambientali e del rischio e/o pericolo di incendio.